Definire giornalista Cannavò è riduttivo, poiché egli fu innamorato dello sport e quel vezzoso rosa della Gazzetta, lo ha caratterizzato in modo indelebile per tutta la vita.
Non sapremo mai che medico sarebbe stato il “direttore”, ma sappiamo che lo sport italiano ci ha guadagnato moltissimo in stile e buon gusto.
Egli iniziò la sua carriera a 19 anni nella sua Sicilia, dove scriveva di sport, società e costume, facendo la gavetta come si faceva una volta. Presto, nel 1955 esordì come corrispondente della Gazzetta e come inviato speciale, testimone del suo tempo, di vari Mondiali di calcio, di ben 9 Olimpiadi, e la sua passione infinita in un giro d’Italia durato tutta una vita, come una giostra da cui non è mai sceso.
Nel 1981 fu alla Gazzetta come vicedirettore, poi condirettore, e infine direttore il 12 marzo 1983. In un percorso naturale si arrivò ad avere l’uomo giusto al posto giusto in seno ad una redazione che lo amò moltissimo.
Quando Cannavò prese in mano il timone della “corazzata rosa”, La Gazzetta dello Sport era già un giornale importante, tuttavia si consolidò come testata numero uno nel suo genere.
Cannavò dopo aver lasciato la direzione diventò opinionista per eccellenza con le rubriche “Candidamente” e “Fatemi capire”, con acume e garbo. L’amore eterno per il “Giro d’Italia” continuò immutato, correndo da una tappa all’altra, e confermandosi nell’amore degli estimatori tra premi e riconoscimenti. Nell’ambiente del giro conosceva tutti uno per uno, era davvero un po’ come casa sua.
Sempre sulla notizia “alla maniera americana”, con intelligenza giovane, vivace e una passione per il lavoro che è esempio per chi è alle prime armi. Fantastica la scrittura in Una vita in rosa, o Libertà dietro le sbarre, Storie di uomini che portano il Vangelo sul marciapiede. Tutto questo insegna che un vero giornalista sportivo non mangia solo quel pane, ma ha gli occhi aperti su altre tematiche della vita.
Ecco, un uomo, un innamorato dello sport, un uomo colto, al di sopra delle parti, un uomo che ci mancherà “ogni maledetta domenica”!
Simona Aiuti